VOGHERA FOTOGRAFIA
Sulle orme di Pasolini – Percorsi, Popoli, Cronaca
10 — 25 settembre 2022
Festival di fotografia con mostre visitabili il sabato e la domenica 09.30 – 12.30 / 15.00 – 19.00
Voghera – Castello Visconteo (PV)
𝗜𝗡𝗚𝗥𝗘𝗦𝗦𝗢 𝗚𝗥𝗔𝗧𝗨𝗜𝗧𝗢
Cinque progetti fotografici d’autore per celebrare i cento anni della nascita di Pier Paolo Pasolini, uno dei più grandi intellettuali del Novecento dalla incessante e febbrile produzione che lo ha visto abbracciare tutti i generi e i linguaggi espressivi.
Al Castello Visconteo di Voghera quasi 170 opere fotografiche che coinvolgono quattro grandi autori della fotografia italiana come Roberto Villa, Ivo Saglietti, Graziano Perotti e Daniele Vita, oltre a una straordinaria selezione di immagini provenienti direttamente dagli Archivi Farabola.
L’offerta espositiva sarà completata da due importanti mostre di Paola Rizzi e Beppe Bolchi con oltre 40 fotografie, nonché dalla possibilità di visitare la prima “Camera Obscura” permanente in Italia.
Inoltre, il programma di eventi collaterali verrà arricchito da dibattiti, workshop, esposizioni, presentazione di libri ed eventi che coinvolgeranno i visitatori e l’intera città.
L’oriente di Pier Paolo Pasolini – Il fiore delle mille e una notte nelle fotografie di Roberto Villa
Nel 1973 Roberto Villa trascorre oltre tre mesi e mezzo in Medio Oriente, seguendo le riprese del “Terzo film della Trilogia della Vita”, personalmente invitato dallo scrittore e regista Piero Paolo Pasolini, come semiologo dell’immagine e studioso del cinema. Ha modo così di realizzare un ampio ed analitico reportage fotografico, sul set e fuori del set, sull’aspetto antropologico e sociologico, delle popolazioni delle diciotto località che sono state le location del film, dalla Persia di Reza Pahlavi fino alla Yemen già allora in guerra. Un viaggio affascinante, a tratti rischioso, magico e misterioso, in luoghi ricchi di storia ma anche complessi, chiusi apparentemente allo sguardo dell’occidente, ma nello stesso momento abitato da genti curiose, interessate, coinvolgenti e che appunto si faranno naturalmente attraversare. A Voghera Roberto Villa presenta circa 40 fotografie.
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Ivo Saglietti – Sotto la tenda di Abramo
L’autore, vincitore di tre premi World Press, presenta 44 fotografie in bianco e nero che, basandosi su un racconto su Padre Paolo Dall’Oglio, mettono in risalto i tre aspetti fondamentali della vita nel monastero: il dialogo interreligioso cattolico e musulmano, l’accoglienza e la preghiera. In particolare, viene messo in evidenza il dialogo possibile e necessario tra le religioni e gli uomini attraverso l’esperienza comunitaria nell’antico monastero siro antiocheo di Deir Mar Musa el-Habasci (San Mosè l’Abissino), luogo di ospitalità abbarbicato sulle montagne della Siria.
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Graziano Perotti – YEMEN 1997
Pierpaolo Pasolini scriveva “La sola ricchezza dello Yemen è la sua bellezza” per l’amore che lo legava a questa terra ricca di contrasti forti che ha raccontato come nessuno. La mostra, che presenta circa 40 fotografie in bianco e nero e a colori, è un reportage sociale, con piccole e grandi storie di umanità e di luoghi. per raccontare e descrivere un Paese poco conosciuto restituendo dignità ad ogni singolo soggetto fotografato, nonché allo spazio architettonico o ambientale laddove compaiono terrore e speranza, sofferenza e compassione.
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Daniele Vita – Bagnanti
L’autore offre delle immagini su un tema particolarmente caro a Pasolini: i giovani visti nella loro dimensione più vera, popolare e vissuta. La mostra attraverso 25 fotografie in bianco e nero racconta le esperienze di un gruppo di dieci adolescenti dagli undici ai 15 anni a Catania, città con un’alta percentuale di persone colpite da povertà ed esclusione sociale, dove i ragazzini spesso accelerano inconsapevolmente le loro esperienze di vita dedicandosi ad attività illegali come il furto o lo spaccio di droga. Daniele Vita li ha ritratti d’estate, quando i ragazzi dei quartieri più poveri di Catania passano le giornate sugli scogli, a San Giovanni Licuti, a La testa del leone e al campo da basket, e ha voluto raccontarli con semplicità durante alcuni attimi di spensieratezza vissuti in libertà in quanto ha sentito molta energia nel loro spirito e un bisogno impellente di recuperare il tempo perduto.
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Pier Paolo Pasolini dagli Archivi Farabola
La mostra, di oltre 30 fotografie, è una significativa rassegna di immagini provenienti direttamente dagli Archivi Farabola, di cronaca e di lavoro del grande sceneggiatore, attore, regista, scrittore, drammaturgo, ma prima di tutto poeta italiano, apparso in pubblico, nella vita quotidiana o immortalato durante la produzione dei suoi film, capaci sempre di creare grande scalpore nell’opinione pubblica.
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L.U.L.U Ora che so | Now I know di Paola Rizzi.
Con la serie “La coscienza della natura” l’autrice vuole proporre una interpretazione artistica riguardo il principio fondamentale di cambiamento: nel dialogo tra uomo e natura vi è sempre più l’urgenza di un’educazione geografica innovativa, connotata come autocoscienza della Terra, speranza che iconograficamente è rifugio in modo particolare nell’azione della donna. L’autrice ha fotografato cinque persone di sesso femminile di età ed etnia differenti le quali hanno assunto simbolicamente il ruolo di testimonial di una presa di coscienza globale, contemporanee madonne alle quali viene affidata la speranza di un cambiamento.
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Beppe Bolchi – Città senza tempo
Allestita in maniera permanente nella “Galleria dei Feudi”, che si collega alla torre Nord/Ovest del Castello dove è stata realizzata la Camera Obscura, la mostra è un racconto autobiografico tra Italia, Germania, Inghilterra, Stati Uniti, Francia e Scozia: immagini caratterizzate dall’assenza totale dell’uomo, del quale – dati i lunghi tempi di posa – se ne percepisce solamente la presenza, ma senza essere mai rappresentato.
“Città senza Tempo” è anche un progetto di grande importanza culturale perché realizzato con la fotocamera Foro Stenopeico, che fa sì che la città venga a rappresentarsi nella sua realtà, con prospettive reali e naturali che rendono l’atmosfera quasi onirica.
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